Peraltrestrade: Progetto A27 Belluno/Cadore e interrogazione alle amministrazioni locali

Il Cadore e l’alta provincia di Belluno, in progressivo spopolamento, stanno vivendo la più grave crisi socio-economica del dopoguerra, la ferrovia viene progressivamente abbandonata fino a farla morire, aumentano le preoccupazioni per il futuro dell’ospedale e dei servizi essenziali; sicurezze e punti di riferimento sono in duscussione.

Quello che, al contrario, non viene messo in discussione, è il prolungamento dell’A27 fino alle porte di Pieve di Cadore per poi proseguire in direzione della Carnia (o forse del Comelico?), come emerge da un nuovo progetto della Regione Veneto, che su questo obiettivo dimostra di voler andare avanti a tutti i costi. 

In una situazione di totale incertezza sul modello di sviluppo che questa regione dolomitica si vuole dare, la prospettiva è che interessi estranei al territorio, del tutto indifferenti alle priorità e ai bisogni reali delle popolazioni, trovino terreno fertile per affermarsi e per condizionarne pesantemente il futuro.

Con il documento allegato i cittadini che si riconoscono in PAS Dolomiti sollecitano gli amministratori locali, Comuni e Comunità Montane, a rendere pubblica la loro posizione in modo chiaro, responsabile e motivato.

Peraltrestade, 29.07.2012

PERALTRESTRADE DOLOMITI
Comitato Interregionale Carnia-Cadore
NUOVO PROGETTO DI VARIANTE DELL‘ AUTOSTRADA „PASSANTE ALPE-ADRIA, BELLUNO/CADORE“
PERALTRESTRADE DOLOMITI SOLLECITA I COMUNI AD ESPRIMERE LA LORO POSIZIONE

Il comitato PAS, continuando nel suo impegno per una viabilità sostenibile e utile a tutti i territori e non solo a quelli terminali o più importanti economicamente, ha preso visione dell’ultima proposta, presentata dalla Regione Veneto, mediante suoi tecnici, di project financing del „Passante Alpe-Adria, Belluno/Cadore“ meglio conosciuto come prolungamento dell’autostrada A27 da Pian di Vedoia al Centro Cadore, e del parere di
VIA speciale n 866 del 17 febbraio 2012.

Le novità principali di questo progetto preliminare datato luglio 2011, ma presentato alle Amministrazioni Comunali interessate solo pochi giorni fa stanno:

  • nello spostamento dello svincolo più a nord di Pian de l’Abate
  • in un abbassamento di quota del tracciato
  • nella previsione di una nuova galleria sotto il Col di Caralte.

Tutto ciò in totale dissonanza con le delibere del Consiglio Comunale di Perarolo.
I cittadini che si riconoscono in PAS Dolomiti, senza ribadire ancora una volta tutti i motivi per cui sono contrari all’autostrada lungo la Valle del Piave, vorrebbero conoscere e far conoscere alla popolazione del Cadore, del Bellunese e della Carnia le posizioni degli attuali amministratori locali del Centro Cadore, Sindaci e Comunità Montana, riguardo a questa nuova „variante“, al suo significato nel contesto generale dell’opera (presupposto per il proseguimento in sinistra Piave?) nonché, più in generale, che cosa pensano dell’autostrada, se la ritengono utile per lo sviluppo del nostro territorio, il Cadore, o, al contrario, dannosa.
Il comitato PAS, a tal fine, si dichiara disponibile a degli incontri, anche pubblici, che si vorranno concordare.

La popolazione dell’alta provincia di Belluno, in progressivo spopolamento ed impoverimento, sta vivendo la più grave crisi socio-economica del dopoguerra che, con ogni probabilità, non si risolverà in pochi anni.

La crisi costringerà i suoi abitanti, inevitabilmente, ad utilizzare sempre di più i mezzi pubblici. Come siamo messi in Cadore a questo proposito? Si pensi solamente al progressivo abbandono della ferrovia con treni che non partono e con una stazione fantasma certamente non degna di località turistiche importanti come Auronzo, Cortina, Sappada!
Il Cadore non trarrebbe sicuramente benefici da un’opera infrastrutturale dai costi elevatissimi (oltre 1200 milioni di euro! In momenti di crisi finanziaria come quelli di oggi chi investirebbe tanto su un’autostrada dai flussi di traffico bassissimi? Ci vengono preoccupanti dubbi sulla eventuale provenienza dei fondi privati disponibili) sia per i tempi di costruzione della durata più che decennale, sia per la gestione (chi coprirebbe la prevedibile passività visto il sicuro troppo scarso flusso di mezzi?) sia per il pedaggio che, secondo la bozza di convenzione del project financing allegata al progetto, sarebbe tra i più alti d’Italia.

Un’opera inutile all’economia locale in continua decrescita che necessita di forme innovative e di una progettazione del suo futuro diversificata che valorizzi il suo patrimonio naturale riconosciuto di eccellenza dall’UNESCO. Un’opera dannosa all’ecosistema alpino particolarmente delicato e in preoccupante dissesto.

La valle del Piave ha bisogno che vengano risolti i punti neri della sua viabilità quali Longarone/Castellavazzo, Tai, Valle di Cadore ed altri, non di un’opera invasiva che miri ad attirare ulteriore traffico pesante transfrontaliero, e una presa di posizione responsabile da parte delle Amministrazioni locali è ormai inderogabile.

PER ALTRE STRADE DOLOMITI
Comitato Interregionale Carnia-Cadore
www.peraltrestrade.it
27 luglio 2012

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